Comunicato stampa

10 anni di progressi nell’eliminazione delle bombe a grappolo, offuscati dall’uso continuo, mentre gli Stati Parte si incontrano per la Conferenza di Revisione della Convenzione sulle Munizioni Cluster (CCM).

(Roma, 25 novembre 2020): dieci anni dopo l’entrata in vigore, il trattato internazionale di messa al bando delle bombe a grappolo, sta avendo un impatto significativo nell’eliminazione di queste armi, nell’assistenza ai paesi contaminati e nella costruzione di un forte stigma contro le bombe cluster; ma nuovi utilizzi in diversi paesi che non hanno firmato la Convenzione sulle Munizioni Cluster continuano a minacciare la vita dei civili durante gli attacchi e negli anni a seguire, così come riportato dal Cluster Munition Monitor1, report giunto alla sua undicesima edizione, presentato oggi dalla Cluster Munition Coalition (CMC).

Il report evidenzia come l’implementazione della distruzione delle scorte rappresenti un successo notevoledella Convenzione. Sin dalla sua adozione nel 2008, un totale di 1.5 milioni di munizioni cluster, contenente più di 178 milioni di submunizioni, sono stati distrutti. Questa cifra rappresenta il 99% del totale globale di scorte di munizioni cluster dichiarati dagli Stati Parte.

La Svizzera, che presiede la Seconda Conferenza di Revisione della Convenzione al via oggi, è stato l’ultimoStato Parte a completare la distruzione delle proprie scorte a marzo del 2019.

Da luglio 2012, si sono susseguiti 686 attacchi che hanno impiegato munizioni cluster in Siria, paese che nonha aderito alla Convenzione e che rappresenta l’unico paese ad aver subito un uso continuo di questi ordignida allora.
Il Cluster Monitor riporta che nessuno degli Stati Parte alla CCM ha fatto uso di munizioni cluster dalla sua entrata in vigore.

All’interno del Report troviamo riportato anche l’uso nel 2019 in Libia, paese non firmatario della CCM, inoltre ad ottobre di quest’anno, munizioni cluster sono state impiegate nel conflitto del Nagorno – Karabakh siadall’Armenia che dall’Azerbaijan, ma le conferme sono arrivate solo dopo che il Monitor 2020 era stato stampato.

“Il dato allarmante relativo agli incidenti provocati dalle munizioni a grappolo ci impone di contrastare questi ordigni indiscriminati anche con strumenti che affianchino e rafforzino gli obblighi contenuti nella CCM comeil ddl “ Misure per contrastare il finanziamento delle imprese produttrici di mine antipersona, di munizioni esubmunizioni a grappolo” dichiara Giuseppe Schiavello direttore della Campagna Italiana contro le mine“questo strumento normativo consentirebbe di contrastare queste armi anche dal punto di vista finanziario,una sua pronta e definitiva approvazione consentirebbe al nostro paese di fare ancora una volta la differenza nella tutela delle popolazioni civili durante e dopo i conflitti”.

Durante il periodo di revisione di 10 anni coperto dal Cluster Munition Monitor 2020 sono stati identificatialmeno 4.315 incidenti da munizioni cluster in 20 paesi e altre aree. Oltre l’80% degli incidenti è statoregistrato in Siria, mentre i bambini rappresentano il 40% di tutti gli incidenti.

1 Il Cluster Munition Monito utilizza la Convenzione sulle Munizioni Cluster del 2008 come principale cornice di riferimento, il report esamina gli sviluppi negli ultimi dieci anni, fino al mese di settembre 2020 dove possibile. Copre le tendenze a livello globale nella politica di messa al bando, documenta la contaminazione e gli incidenti dovuti allemunizioni cluster, così come gli sviluppi e le sfide nell’affrontare attraverso la bonifica e l’educazione al rischio l’impatto di queste armi, oltre agli sforzi per garantire i diritti e soddisfare i bisogni delle vittime.

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Un totale di 286 nuovi incidenti da munizioni cluster è stato registrato solo nel 2019, un dato inquietante, con il più alto numero registrato in Siria con 232 incidenti. Il reale numero dei nuovi incidenti è probabile che sia molto più alto perché diversi incidenti non vengono registrati. A livello globale i civili rappresentano il 99% di tutti gli incidenti registrati nel 2019, in cui era conosciuto lo status. Questo dato è coerente con le statistiche sugli incidenti da munizioni cluster di tutti i tempi, dovuto alla loro natura di arma indiscriminata.

Nel 2019 incidenti da attacchi con munizioni a grappolo e loro residuati sul terreno sono stati registrati in: Afghanistan, Iraq, Laos, Libano, Serbia, Siria, Sud Sudan, Yemen, Nagorno-Karabakh e Sahara Occidentale.
Il 2019 ha visto anche una maggiore concentrazione sull’educazione al rischio a causa del drammaticoaumento registrato per gli incidenti.

Il Cluster Munition Monitor 2020 riporta un totale di 26 paesi ed altre aree contaminate da resti di munizioni a grappolo, tra cui 10 Stati Parte alla CCM. La Croazia ed il Montenegro sono stati gli ultimi due paesi ad aver completato le operazioni di bonifica dei territori contaminati.
Solo nel 2019 sono stati bonificati oltre 82 kmq e sono state distrutti più di 96.500 resti di cluster munition.Carenze nei fondi hanno avuto un effetto sull’implementazione dei servizi necessari per l’assistenza allevittime.

Quest’anno il Report esce nel primo giorno della prima parte della Seconda Conferenza di Revisione della Convenzione sulle Munizioni Cluster, durante la quale i partecipanti valuteranno lo stato dei progressi e lesfide per realizzare l’adesione e l’attuazione universali della Convenzione e imposteranno il lavoro per i prossimi 5 anni. Il formato della conferenza è stato recentemente rivisto a causa del COVID19 e le relative restrizioni, con una prima parte che si terrà in maniera virtuale ed una seconda parte che avrà luogo a febbraio 2021.

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Per interviste:
Giuseppe Schiavello 340/4759230g.schiavello@campagnamine.org

per informazioni e materiali Tibisay Ambrosini348/1049619t.ambrosini@campagnamine.org