ALBERTO CAIRO

2014 – Alberto Cairo: “Vi racconto il basket in carrozzina in Afghanistan”

Raggiungiamo al telefono il dottor Alberto Cairo, psicologo e scrittore stanziato in Afghanistan e con una grande passione per la pallacanestro: «la mia esperienza in Afghanistan è iniziata 24 anni fa: dopo essermi laureato in Giurisprudenza e aver lavorato nel campo ho sviluppato una grande passione per la fisioterapia, che ho studiato per conto mio. Compiuti 30 anni ho deciso di far passare la fisioterapia da volontariato a mio mestiere. Ho iniziato andando in Africa e poi mi sono trasferito in Afghanistan con il Comitato Internazionale della Croce Rossa. Ho iniziato a lavorare con i disabili con la finalità di reinserirli a livello sociale, e per questo scopo abbiamo aperto 7 centri ortopedici in Afghanistan nei quali lavorano tutti ex-pazienti».

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Qui Cairo rispolvera tutta il suo amore per lo sport e per la Forst Cantù del Presidente del Comitato Regionale Coni LombardiaPier Luigi Marzorati e si chiede «perché non fare qualcosa per il tempo libero per la gente? E così abbiamo sviluppato la pallavolo, sport molto diffuso in territorio afghano, e successivamente il basket in carrozzina, che è uno sport molto divertente e di grande impatto. Poi quest’anno sono arrivate delle grandissime soddisfazioni come l’invito da parte del CIP pallacanestro a presentarci a Bologna con l’intera squadra e l’amichevole con la Briantea84 al Pianella di Cucciago (nel tempio dove giocava Cantù)».

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«La cosa che più mi ha commosso dell’amichevole qui a Cantù è stato vedere i giocatori afghani entusiasti dal fatto che molti bambini al termine del match li assediassero per avere un autografo: fino a ieri erano “gli ultimi” e oggi sono stati trattati da campioni, questa secondo me è la magia dello sport che rende più belli e più sicuri di sé. Questo traguardo mi ha proprio commosso. Ma non ci fermiamo qui e pensiamo da subito al futuro: questa esperienza ci servirà molto per migliorarci, continuando a selezionare i giocatori più adatti alla pratica sportiva». Oltre alla pallavolo e al basket in carrozzina, sono già sviluppati e pronti a decollare seriamente anche cricket indoor e badminton. Grazie anche agli sforzi di Alberto, il fisioterapista che sognava di essere come Marzorati.

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2014 – Team basket disabili afgano al debutto internazionale in Italia. Da vittime a protagonisti dello sport con obiettivo Rio 2016

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Milano, (TMNews) – Da vittime silenziose e spesso dimenticate di guerre, violenze e pregiudizi che da anni scuotono l’Afghanistan, a protagonisti della squadra nazionale di pallacanestro per disabili al debutto internazionale in Italia. “Ero depresso pensavo che una persona disabile non potesse fare nulla. Ma da quando ho scoperto la pallacanestro sulla sedia a rotelle mi si è aperto un mondo. Oro sono felice, ho molti amici con cui condividere i miei problemi, al punto che non mi sento più disabile”, ha dichiarato Mirwais Rahimi un ragazzo diventato paraplegico per lo scoppio di una granata vicino al negozio in cui lavorava. Il progetto del basket per paraplegici è stato introdotto in Afghanistan dal fisioterapista italiano Alberto Cairo che per molti anni ha lavorato in Afghanistan con la Croce Rossa. “Lo sport è vissuto come un lusso in Afghanistan. E noi abbiamo deciso di fare qualcosa a riguardo, scegliendo il basket sulle sedie a rotelle perchè è uno degli sport più visibili e conosciuti”. E infatti gli atleti afghani in poco tempo sono passati da 30 a 250 provenienti da 6 regioni e ora puntano alle Paralimpiadi brasiliane del 2016. Intanto finite le partite, c’è spazio anche per un pò di svago e per fare i turisti ammirando le bellezze dell’Italia.(Immagini Afp)

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“Quando vedo uno senza gambe arrivare da noi, ho imparato a non pensare “poveretto”, ma a calcolare rapidamente i giorni che ci vorranno per rimetterlo in piedi”

Alberto Cairo nasce a Ceva, in provincia di Cuneo, il 17 maggio 1952.
Consegue la maturità classica a Mondovì. Il suo percorso formativo prosegue a Torino, dove frequenta la Facoltà di Giurisprudenza e si mantiene agli studi lavorando come telefonista notturno presso la Sip. Una volta laureato però decide di intraprendere una strada del tutto nuova, infatti studia e si diploma a Como come fisioterapista.
Dopo un periodo di lavoro presso un grande ospedale di Milano, decide di effettuare una esperienza di tre anni a Juba, in Sudan.

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Dal 1990 si trova in Afghanistan con la Croce Rossa Internazionale per la quale gestisce il centro di riabilitazione per feriti di guerra a Kabul. Da allora il “Progetto Ortopedico” del Comitato Internazionale della Croce Rossa si è andato espandendo. Non più solo vittime di ordigni inesplosi, ma accoglierà chiunque presenti un handicap motorio che esso sia dovuto alla poliomelite che ad un incidente stradale. “Tutti pensano che in Afghanistan i disabili siano solo quelli vittime della guerra. Ma ci sono anche deformità congenite” così Alberto Cairo in una delle sue testimonianze.
Il centro ortopedico di Kabul diviene l’impianto della Croce Rossa Internazionale per la riabilitazione fisica più grande al mondo, dove ad oggi hanno trovato assistenza ad oltre 95.000 pazienti.  Sotto la supervisione del dott. Cairo altri 5 centri sono stati aperti nel paese e precisamente a Mazar, Herat, Jalalabad, Gultbahar e Faizabad. Il Progetto Ortopedico impiega circa 600 persone seguendo la logica delladiscriminazione positiva.

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Formazione professionale e programmi di microcredito

 Ma ancora non basta, per sostenere i disabili bisogna fornire loro le condizioni per ritrovare la dignità, favorire il loro rientro nella società con un ruolo. Così avviene un’ulteriore evoluzione del Progetto Ortopedico, grazie alla quale la riabilitazione fisica diventa solo il primo passo verso un reinserimento sociale completo ed effettivo, ed affianco a ai laboratori di protesi, sedie a rotelle e stampelle, sorgono, aule per corsi professionali, un ufficio di collocamento e una banca che offre micro-prestiti.

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Discriminazione positiva

Si tratta di un concetto semplice ed efficace: disabili che riabilitano disabili.
All’interno dei centri gestiti dal dott. Cario vengono assunti e formati ex pazienti per qualsiasi funzione.
Come ha spiegato il dott. Cairo si è trattato di una decisione perfettamente logica “Avere personale dedicato, che conosce i problemi e le esigenze dei disabili è una fonte di motivazione e di speranza per tutti, me compreso”.

Alberto Cairo è autore del libro “ Storie da Kabul” pubblicato in italiano (Einaudi- 2003) ed in francese ( 2007).

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Un italiano coraggioso e cocciuto come l’ha definito qualcuno, che ama i libri, il cinema ed i suoi gatti, che torna in Italia per visitare i suoi genitori, incontrare gli amici più cari e starsene per i fatti suoi.

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Alberto Cairo was born in Ceva, Cuneo Province, 17 May, 1952. He obtained his High School Diploma in Mondovì.  He continued his studies in Turin, where he studied Law and made his living working by night as a telephone operator. After having obtained his degree in Law he decided to start a new career and he earned a diploma in physiotherapy in Como. After having worked in a hospital in Milan, he worked for three years in Juba, Sudan.

Since 1990 he has worked in Afghanistan for the International Committee of the Red Cross (ICRC), managing the rehabilitation centre for war victims in Kabul. Since that time the “Orthopedic Project” of the ICRC has grown and expanded constantly. The Orthopedic Centers not only treat war and Mines/ERW victims but also welcome and treat anyone that has a physical disability. “ Everyone thinks that in Afghanistan people with disabilities are only war victims. But there are many other congenital disabilities”, Alberto Cairo said in an interview.

The orthopedic Centre of Kabul has become the biggest ICRC physical rehabilitation hospital in the world, where more than 95,000 patients have been treated over the past years.
Under Dr. Cairo’s supervision another 5 Orthopedic Centers have opened in Afghanistan: in Mazar, Herat, Jalalabad, Gultbahar and Faizabad. The Orthopedic Project involves the employment of 600 staff and follows the principle of positive discrimination (i.e. actively employing people with disabilities).

Professional training and microcredit programmes

To support people with disabilities it is important to provide them with the tools and skills that encourage them to regain and maintain their dignity and in order to facilitate their inclusion in society with a clear role. So the Orthopedic Project evolved including activities and components, of which the physical rehabilitation is only the first step towards a complete and effective social inclusion in society. Following this perspective, besides the prosthesis workshops, wheel chairs and crutches, classes have been started providing vocational training courses and professional skills. Furthermore in the orthopedic centers there are also a job centre and a bank that offers micro credit for the disables and their families.

Positive Discrimination

Positive discrimination is a simple and effective concept: people with disabilities rehabilitate people with disabilities.

Within the Centers managed by Alberto Cairo, former patients are trained and employed to assume different roles and responsibilities. As Alberto Cairo has explained, it is a logical decision. “To have dedicated personnel, that know the problems and the needs of people with disabilities is a strong motivation and hope for everyone, including me.”

Alberto Cairo is the author of the book “ Storie da Kabul” published in Italian (Einaudi, 2003) and in French (2007).

A brave and “stubborn” Italian, as he has been defined, that loves books, cinema and his cats, that comes back to Italy to visit his parents and to meet his close friends and stay on his own.