Comunicato stampa

4 aprile 2016

MINE ACTION ED ORDIGNI INESPLOSI
FERMARE GLI INVESTIMENTI ESPLOSIVI, UNA FORMA DI DISARMO 

Roma 01/04/2016: a tre giorni dall’XI Giornata Internazionale indetta dalle Nazioni Unite sul problema delle mine e sostegno alla Mine Action[1], rilanciata la petizione online Stop agli investimenti esplosivi!

Le Nazioni Unite hanno indetto la Giornata Internazionale del 4 aprile, quest’anno dedicata al tema “La Mine Action è azione umanitaria”, per mantenere alta l’attenzione su tutte quelle minacce rappresentate non solo dalle mine ma anche da residuati bellici inesplosi, bombe cluster, ordigni esplosivi improvvisati (IEDs) e armi e munizioni abbandonate non in sicurezza. La presenza, o anche solo il sospetto della presenza, di questi ordigni, impedisce il pieno godimento del diritto alla sicurezza, alla vita ed alla salute delle popolazioni che convivono con situazioni di conflitto, o che le hanno vissute e sono ora a dover affrontare l’eredità lasciata sui loro territori dalle guerre.

La Campagna Italiana contro le mine, da diversi anni, dedica un intero mese di sensibilizzazione a questi temi, iniziando dal 1 marzo (anniversario dell’entrata in vigore del Trattato di Ottawa per la messa al bando delle mine) fino al 4 aprile. Quest’anno, il periodo di sensibilizzazione intensiva durerà 60 giorni il focus della sensibilizzazione riguarda sia il conflitto in Yemen, in cui vengono impiegate bombe cluster, sia il disegno di legge sul disinvestment in esame nella commissione Finanze del Senato ed il ruolo dell’Italia nella Mine Action.

Sin dalla ratifica da parte dell’Italia della Convenzione sulle Munizioni Cluster la Campagna Italiana contro le mine ha promosso e supportato l’iter del disegno di legge “Misure per contrastare il finanziamento delle imprese produttrici di mine antipersona, di munizioni e submunizioni a grappolo” a prima firma Sen Silvana Amati (S57). Grazie al costante lavoro di monitoraggio e advocacy della CICM il disegno di legge è attualmente in discussione presso la Commissione Finanze del Senato ed ha già ricevuto parere positivo dalle Commissioni Esteri e Difesa del Senato.

Il disegno di legge è stato promosso dalla Campagna Mine in collaborazione con la Fondazione Etica sgr e Banca Etica.

Riuscire ad avere una legge in materia consentirebbe all’Italia di dotarsi di una buona pratica nel settore del disarmo umanitario, campo in cui ha già dato prova di costanti e buoni risultati che sono da guida per gli altri paesi.

“Durante questo mese di sensibilizzazione vogliamo rilanciare la petizione online Fermiamo gli investimenti esplosivi, contribuendo così alla campagna internazionale Stop Explosive Investment (SEI)[2], perché riteniamo fondamentale che si giunga in tempi brevi ad un’approvazione di questa legge, perché il terreno finanziario non sia terreno fertile per ordigni già messi al bando in quanto indiscriminati” dichiara Giuseppe Schiavello Direttore della Campagna Mine “continuare ad alimentare il flusso finanziario che produce armi messe al bando rappresenta un’incoerenza ed un non rispetto della volontà della società civile che ha fermamente voluto la messa al bando di mine e cluster per fermare l’emergenza umanitaria a cui stavano dando corso” conclude Schiavello.

Per sottoscrivere la petizione[3] basta andare sul sito www.campagnamine.org

Per interviste: Giuseppe Schiavello 340/4759230

                         M. Tibisay Ambrosini 348/1049619

                          www.campagnamine.org


[1] Giornata dichiarata con la Risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite A/RES/60/97 dell’8 dicembre 2005.

[2] SEI nasce nel 2009 dall’associazione PAX, membro della Cluster Munition Coalition, che da oltre 60 anni lavora in zone di conflitto e post conflitto per costruire una società giusta e pacifica. Si occupa della pubblicazione del Report Worlwide investments in Cluster Munitions: a shared responsability http://www.stopexplosiveinvestments.org/report

[3] La petizione ha ricevuto il supporto di Comune info, Missione oggi, Mosaico di Pace, Nigrizia, Centro Documentazione Giornalistica